«La meditazione è un fatto sociale. L’esperimento che abbiamo appena concluso al Maxxi di Roma, con il Professor Giacomo Rizzolatti, scopritore dei neuroni specchio, ha dimostrato che due persone vicine che meditano entrano in frequenza. Possiamo contagiarci attraverso stati di benessere, anche non parlando. Mediante la meditazione si sviluppano aree cerebrali connesse con l’empatia, la compassione, la capacità di metterci nei panni altrui. Tutti aspetti che rappresentano un collante nella società e abbassano notevolmente i livelli di conflittualità»
Così parla Daniel Lumera, intervistato per Il Bullone in merito al libro Ecologie Interiori, scritto con la Prof.ssa Immaculata De Vivo.
Si tratta di uno sguardo interessante che parla di interconnessione, portandoci a riflettere sull’importanza della riscoperta delle nostre energie interiori rinnovabili – qualcosa di utile (di necessario) per una bonifica dei nostri pensieri e delle nostre ‘menti infiammate’ – e su come questo si intrecci con un tema imprescindibile nel nostro tempo: salvare il Pianeta.
C’è una strettissima connessione tra ambiente interno ed esterno. Non è possibile, secondo gli autori, parlare di un’ecologia dell’ambiente esterno senza comprendere il discorso su quello interiore.
Come possiamo fare?
Lo sviluppo di pratiche interiori costanti è un cammino di grande valore per questo processo continuativo di cura e bonifica interiore, la mindfulness parla questo linguaggio da molto tempo.
Una giornata intensiva di pratica è un’esperienza preziosa di ecologia interiore.
Ritrovarsi in presenza, fare spazio, darsi un tempo, un po’ più lungo di quello che solitamente ci permettiamo di dedicare alle pratiche formali. Sedersi, sdraiarsi, camminare, ascoltarsi, fare silenzio. Consumare un pasto consapevole, guardarsi, respirare.
‘Due persone vicine che meditano entrano in frequenza’: sappiamo che ci è accaduto spesso anche a distanza, nel nostro cerchio sottile. Nel corso di una giornata intensiva di pratica si crea l’occasione per avvicinarci e sentire com’è, con il consueto, straordinario sguardo curioso e aperto di chi pratica e ne conosce i benefici per riconnettersi alle proprie risorse sostenibili interiori, rinnovabili quando sappiamo coltivarle con cura.
Se hai già qualche esperienza di pratica, prendi in considerazione l’opportunità di farti questo dono: è una di quelle esperienze che accorciano la distanza tra l’espressione comune ‘è difficile’ e l’espressione più felice (e altrettanto veritiera) ‘è possibile’.
Per informazioni sulla prossima Giornata intensiva di pratica, che avrà luogo il 26 novembre tra i Colli della Brianza, scrivimi qui.