Una mamma è come un giardino

Sulla consapevolezza dei propri bisogni, sull’importanza di esprimerli con un cuore selvaggio, e sulla grazia di una madre

9 maggio, Festa della mamma.

Siccome Dio non poteva essere dappertutto, così ha creato le madri”.

Proverbio ebraico

Mia madre (nella foto scattata da mio padre) ispira questo post, questo titolo, insieme al lavoro che faccio e a tutte le mamme che ho incontrato, che incontro e che intendo sostenere.

Mia madre è un giardino.

Nel suo piccolo corpo aggraziato e nella mente brillante, si può trovare l’intera guida botanica immaginaria delle emozioni, e io le conosco tutte, le ho viste tutte. Ma forse è solo quello che credo di conoscere. Il suo giardino (segreto) ha rose, spine e siepi di gelsomino profumate. È una quercia, un salice, un giglio; porta in sé la luce del sole e l’inquietudine delle ombre.

E lei ha sofferto, e ha gioito, e abbiamo combattuto, ridiamo, piangiamo, scopriamo le cose. E io la amo. E lei è ancora così materna, così madre per ogni cosa che mi succede, a 43 anni; lei fa del suo meglio. Ogni giorno.

E sono grata. (Potrebbe sembrare off topic, ma sono molto grata anche a mio padre).

Ogni cultura, ogni generazione, è generosa di storie e di proverbi per quello che una mamma dovrebbe fare, scegliere, dire, essere. Riesci a rammentarne qualcuno? Quando è stata l’ultima volta che ti è stato detto come dovresti fare la mamma?

Si può affermare che un tempo ci fosse una sorta di percorso tracciato, per molti aspetti, rispetto al fare ed all’essere genitore;  oggi, ho sentito in una conferenza che i genitori ai nostri giorni sono pionieri.

In questa Festa della mamma, quella dopo 1 anno di pandemia mondiale, le condizioni sembrano così diverse, con sfide amplificate, e tuttavia troverai somiglianze in ciò che una mamma di solito fa e non fa. E la consapevolezza di ciò che una madre si permette di fare, o di essere, farà la differenza nel modo in cui vengono vissuti i giorni e le sfide e le gioie presenti. Per le mamme ed i loro figli.

Torniamo quindi all’essenziale: cosa desideri di più, come mamma, per il TUO GIORNO quest’anno?

Quando penso alle madri, il mio cuore diventa poetico. Deve essere la loro grazia.

Una mamma è come un giardino, pieno di profumati fiori di maggio. Si sveglia con gocce di rugiada sulle gote e sulle ciglia. Sfiora la sua pelle, delicata come un petalo, mostra un sorriso colorato, come un’aiuola in fiore.

Quando a volte tutto ciò di cui ha bisogno è sdraiarsi in quell’aiuola, o indugiare a letto, fare un bagno (abbastanza a lungo per riposare), fare una passeggiata nella natura, avere qualcuno che le asciughi lacrime di stanchezza, di aspettative, dubbi, solitudine, e gioia.

Ha bisogno di una visione per il suo giardino, una madre: che tipo di madre vuoi essere? Quali valori coltiverai, quali semi pianterai? Sarà pazienza, sarà calma, ironia o leggerezza, presenza? Forse ascolto profondo e parola gentile? Sarà coraggio, capacità di apprezzare, uno sguardo aperto, la fiducia in te stessa?

Una madre ha bisogno di dare priorità, avere una visione chiara ed essere comunque flessibile, perché il clima cambia, e cambierà continuamente.

Ha bisogno di un buon terreno, dell’energia che proviene dal suolo e dalle proprie radici, e che viene nutrita da altri che aiutano e capiscono, veramente. Ma anche, e soprattutto, da un approccio gentile verso se stessa e le proprie vulnerabilità, che hanno bisogno di essere accolte, non nascoste: nessun senso di colpa o di vergogna ha veramente aiutato una madre e suo figlio.

Una madre non vuole radici marce e terra arida: lascia entrare l’amore, chiedilo apertamente.

Ha bisogno di valutare (non però di giudicare) le condizioni del giardino, frequentemente: come ti senti? Puoi fermarti e prendere fiato? E come si sentono i figli, e l’altro genitore? Potete prendervi tutti un momento e sostare, riposare?

Sa che raccoglierà ciò che semina, quindi è importante formulare l’intenzione di consapevolezza, così come quella di compassione per le volte in cui commetterà un errore, come poi fanno tutti. Potrebbe essere così liberatorio.

Il giardino ha alberi grandi e robusti, aree che prosperano selvagge e facili, piante delicate che necessitano di cure in più, luoghi di luce e zone d’ombra. Puoi continuare la metafora come preferisci: un bel fiume fresco con acque mosse, un tranquillo laghetto con fiori di loto, un luogo accogliente dove riporre i tuoi attrezzi, un ponte che collega e una recinzione che protegge, con una bella porta d’ingresso per consentire ai visitatori di entrare (e di uscire, quando sarà tempo).

Per questa festa della mamma, esprimi un desiderio: esprimi ciò di cui hai bisogno come intenzione di cura di te stessa.

Io, ti regalo questa poesia:

Il giardiniere, Mary Oliver

Ho vissuto abbastanza?
Ho amato abbastanza?
Ho considerato abbastanza la giusta azione, sono giunta a qualche conclusione?
Ho provato la felicità con sufficiente gratitudine?
Ho sopportato la solitudine con grazia?

Dico questo, o forse lo sto solo pensando.
In realtà probabilmente penso troppo.

Poi esco in giardino,
dove il giardiniere, che si dice sia persona semplice,
sta curando le sue figlie, le rose.